Piero V.

GNOME 3 su Fedora 15 Live: cosa ne penso

Tornatomi in mente GNOME 3, ho deciso di provarlo ancora, questa volta, però, in macchina reale.

Tuttavia, non avendo molta voglia di vedere schemi di partizionamento vari, ho optato per provare una live di una qualsiasi distribuzione Linux.

Per non sbagliare ho deciso di affidarmi direttamente al sito di GNOME: tra OpenSuse e Fedora 15 ho scelto la seconda, che pesava poco più della metà della prima.

Considerando che il computer su cui l’ho provata è vecchio, non mi aspettavo grandi performances, ma comunque non è stato male: la live si è aperta abbastanza rapidamente, anche se mi ha tenuto lo schermo nero per un po’, durante il caricamento con Plymouth.

Ma veniamo al punto focale: GNOME 3.

Potrei riassumerlo in tre parole: non mi piace.

Lo trovo, per prima cosa, scomodo.

Dover passare ogni volta per il menu delle Attività è una cosa che per me non ha molto senso. Per aprire un programma dover cliccare su attività e poi su applicazioni per avere finalmente la lista anche.

Le impostazioni le ho trovate solo perché sapevo dove andare (cliccare sul nome utente). In compenso quella specie di pannello di controllo non è male. … [Leggi il resto]

Far pagare ai fumatori anziché aumentare il ticket?

Sembra che al Veneto sia toccato adeguarsi all’aumento del ticket, però il presidente della regione, Luca Zaia, ha affermato “Proporremo di aggiungere un’accisa al tabacco”.

Diciamo che solitamente non sono d’accordo con le idee politiche della Lega Nord ma devo dire che in certe situazioni propone delle situazioni efficienti da non sotto valutare.

Io sono contro il fumo: è una dipendenza che ha sempre effetti negativi sulla salute e porta anche alla morte, se non direttamente, indirettamente.

Non mi ricordo più come si chiamava il medico che lo disse ma “La medicina degli ultimi 50 anni [non sono sicuro sul numero di anni, NdR] si basa sulla prevenzione e non sulla cura”.

Riassumendo: chi fuma si oppone al lavoro di prevenzione generale, si ammala di più e perciò va di più in ospedale. Con un’accisa si ottengono due risultati: non dover far aumentare il ticket e incentivare i fumatori a smettere.

Perciò, in quest’occasione mi associo all’idea proposta da Zaia.

Comunque ricordo che la cosa migliore sarebbe tagliare per bene gli stipendi ai politici.

Anonimato in rete

Non è una notizia nuova e l’avevo già letta qualche giorno fa, però volevo prendermi il tempo di commentarla per bene.

Per Randi Zuckerberg ed Eric Schmidt l’anonimato in rete è un pericolo.

La prima è la sorella di Mark Zuckerberg, che occupa il posto di direttrice del marketing nell’azienda del fratello, il secondo è il CEO di Google, perciò persone che occupano ruoli importanti in due grosse aziende di internet, aziende che collezionano dati e dati sugli utenti.

La loro opinione è della difesa degli utenti da crimini vari.

La mia opinione è invece opposta: è una cosa fantastica quella che su internet non serve sapere chi sei.

Penso che il poter dire le propria opinione anonimamente sia uno dei fattori del successo di internet: penso che tante persone come me, tra dover pubblicare per forza con i propri dati, e quindi far diventare tracciabili tutte le proprie attività nella rete, oppure limitare il proprio uso di internet, sceglierebbero la seconda.

Per me l’assenza di anonimato (almeno apparente) sarebbe come essere costretto ad andare in giro nudo.

Quella dei crimini è una baggianata vera e propria: sopra ho specificato apparente perché in realtà non siamo nella condizione di dover palesare la nostra identità però in realtà qualunque azione si commetta viene registrata nei file di log. In caso di crimini la polizia si può far consegnare questi file in poco tempo e potrebbe risalire fino a una cerchia di persone che avrebbero potuto commettere il reato, visto che gli ISP hanno i log delle persone alle quali hanno assegnato determinati indirizzi IP.

Vorrei poter discutere di più nell’argomento ma ora devo proprio andare.

Somiglianze dei linguaggi di programmazione

I linguaggi di programmazione sono delle vere e proprie lingue e come esse hanno la caratteristica di avere punti in comune.

Ieri, dopo la mia brutta esperienza con i PIC, ho cercato di portare un software fatto in PIC Basic in C per Arduino.

Di basic non avevo mai preso nulla in mano, invece il C so più o meno la struttura del linguaggio e fare i classici programmini banali ma non lo so approfonditamente, o almeno senza guida.

Devo dire che però è stato abbastanza facile portare quel codice ad Arduino: grazie alle conoscenze di PHP e di Javascript mi trovo molto bene in C perché come struttura stretta del linguaggio sono abbastanza comuni. Forse il mio unico problema sono le variabili nei programmi compilati. Anche la mia gavetta in Pascal mi è stata utile: il PIC Basic è molto simile al Pascal, quindi di parentesi non ce n’è neanche l’ombra e quindi, per esempio, gli IF utilizzano l’ENDIF un po’ come nel bascal IF ... THEN BEGIN... END.

Inoltre le funzioni che si possono eseguire sui micro controllori sono in un numero abbastanza ristretto e spesso tra un linguaggio e l’altro cambia solo il modo in cui sono scritte (bitClean al posto di CLEANBIT).

Perciò fidatevi quando vi dico di imparare bene un linguaggio di programmazione se ne volete imparare di altri perché poi ciò che sapete già vi può aiutare ad imparare più velocemente altro, come è un po’ in generale e non solo in programmazione.

Social network

Sta notte, mentre non riuscivo a dormire avevo questo pensiero che è da un po’ di tempo che comunque ci penso.

Internet, o meglio il World Wide Web, non è assolutamente immune alle mode, anzi, si potrebbe dire quasi il contrario.

E ciò è influenzato da numerosi fattori, come la diffusione della banda larga, le connessioni a tempo illimitato etc.

Sintetizzerei così le fasi dei siti web, molto molto sinteticamente e imprecisamente:

  • All’inizio: i siti erano poveri: avevano informazioni utili ma senza avere tante animazioni e così via
  • La fase successiva è stata quella dei mega portali dinamici
  • Web 2.0: ognuno può avere un ritaglio nel web. Si diffondono molto i blog.
  • Social network: sono sempre considerati un fenomeno del web 2.0 ma secondo me sono sostituiscono la maggior parte dai blog

Sicuramente i social network sono favoriti dal “fattore tempo”: tenere un blog occupa palesemente più tempo che scrivere uno stato sul social network, ha un enorme lavoro di personalizzazione. Inoltre è stupido usare un blog per un articolo che oltre al titolo ha un’unica, breve frase.

La partecipazione ai social network è di sicuro meno impegnativa: si può essere sia “passivi”, cioè limitarsi a leggere, oppure al massimo a commentare, sia “attivi” cioè condividere molte cose. … [Leggi il resto]