Piero V.

Duo Session

Negli anni ho parlato diverse volte di chitarre, effetti analogici e digitali, ma non ho mai pubblicato nessuna registrazione o demo. Almeno fino ad oggi.

Dopo un bel po’ di tempo io e il mio amico Giulioskij (Giulio) abbiamo deciso di provare a registrarci, in quella che è stata una specie di strana jam session in cui si può sentire tutta la ruggine che avevamo in corpo.

Duo Session

Come strumentazione abbiamo usato una Fender Stratocaster Special American HSS, lui, e una simil-Stratocaster, io. Anche il basso che c’è in tutta la Session 2 in realtà è Giulio con la sua chitarra, un octaver e un looper, forniti dal suo multieffetto Digitech RP355.

Per la registrazione abbiamo usato la mia Komplete Audio 6 e Ardour, io sono entrato diretto in pulito, lui invece già con gli effetti della pedaliera applicati.

Non eravamo sicuri di registrarci, perché appunto non eravamo al massimo della nostra forma, in quanto per mesi non avevamo suonato e avevamo ripreso da poco. Anche la scheda audio l’avevo portata via solo per non dover portare via i vari effetti ma avere comunque un suono modificato. Quindi siate avvisati che queste tracce sono il frutto di un qualcosa non esattamente preparato 😅 .

Potete ascoltarci sul Bandcamp di Giulio.

Cover: Roasted Pier in a highly perturbed environment by NicPetardo, modificata da Giulioskij, il soggetto sono io.

Ennio Morricone @ Arena di Verona

«Solitamente non dico niente prima dei miei concerti, lascio che siano i suoni a parlare per me, ma questa volta lo devo fare. La notte tra il 2 e il 3 Agosto sono caduto e mi sono rotto il femore. […] Sono stato più volte sul punto di disdire questa serata, ma non potevo. Così il professore […] mi ha fatto capire che avrei potuto farla lo stesso. Però mi dispiace se non potrò voltarmi verso di voi per ringraziarvi per eventuali, ma non scontati, applausi.».

Dopo aver detto questo, il maestro ha cominciato a dirigere uno Spettacolo degno di questo nome, su una sedia a rotelle. Un vero grande.

Non ho parole per descrivere lo spettacolo, non saprei proprio come descrivere le sensazioni che ho sentito, specialmente nei brani ripresi dalla colonna sonora della trilogia del dollaro, in particolare quando c’era il forte degli archi assieme al coro.

Posso solo dire che sia l’orchestra che il coro sono stati bravissimi e la serata è stata fantastica 😊 .

40 anni di The Dark Side of The Moon

Non scrivo molto spesso sulla musica, ma non posso lasciar scappare quest’occasione, ne avrò una simile, e probabilmente ancora più grande e importante, solo fra 10 anni.

tdsotm.png

Il 24 marzo 1973 fu pubblicato The Dark Side of The Moon e da allora è diventato un simbolo.

Un simbolo della musica del 20° secolo, una pietra miliare che tutti, anche a chi non piace questo genere, in qualche modo conoscono. Non c’è generazione che non lo conosca.

Un concept album spettacolare che parla della pazzia umana e lo fa in un modo talmente stupendo che a parole non si può descrivere: solo ascoltandolo lo si può capire.

Io l’ho conosciuto fin da piccolo piccolo poiché ogni tanto mio padre lo ascoltava. Rimanevo affascinato in particolar modo dagli intro di Time e di Money. Ovviamente non ne capivo il contenuto.

L’ho ripreso in seguito, quando potevo apprezzarlo meglio, e da allora è uno dei miei album preferiti.

Il potere suggestivo che ha quest’album, basato anche sulla variazione che c’è tra le varie canzoni, è enorme: è capace di evocare tantissime immagini diverse.

Se mi chiedessero una lista di pochi album da salvare dalla distruzione della musica sicuramente The Dark Side of The Moon sarebbe tra questi.

Ovviamente è d’obbligo ringraziare tutti gli autori di quest’opera meravigliosa, Pink Floyd in primo luogo ma anche tutti coloro che hanno contribuito nella realizzazione. Spero che il successo avuto in questi anni continui anche in futuro perché è tutto meritato.

Si salvi chi può!

Grazie al mio amico Giulio sono venuto a conoscenza di questi brutti fatti.

Irene Grandi ha fatto la cover di “No Surprises” dei Radiohead. Ecco il risultato:

Forse però avrei dovuto cominciare col mettere il video di quella vera:

Beh, a me piace molto di più quella originale. In particolare la voce e il modo di cantare la canzone. Non mi paiono per niente adatti quelli usati da Irene Grandi. … [Leggi il resto]

The Cyborgs @ Vittorio Veneto

Avevo già parlato a suo tempo dei Cyborgs.

Ieri finalmente sono andato a vedere un loro live, al Vicky Rock Fest di Vittorio Veneto.

Dovevano essere il gruppo meno importante della serata ma il gruppo dopo di loro non mi piaceva per niente.

Comunque tornando all’argomento, finalmente ho visto un live di questo bravissimo duo e sono felicissimo.

Più che vedere la parola giusta è “partecipare”, infatti i Cyborgs inducono una gran voglia di muoversi e entrano anche in contatto con il pubblico.

Dopo mesi che li ascolto mi sono sentito onorato di essere uno di quelli che hanno potuto battere il tempo sulla maschera di Cyborg 0 con la bacchetta di Cyborg 1.

È stato un bell’evento anche dal punto di vista strumentale: da chitarrista ho un po’ osservato la tecnica di Zero. Tra l’altro non usa neanche il plettro.

È stata una bellissima serata e se passano dalle vostre parti consiglio a tutti di andarli a vedere.