Piero V.

Battlehack

Tra sabato e domenica si è tenuta la tappa italiana di Battlehack, un’hackathon organizzata da Braintree, una “PayPal company” che si occupa sempre di pagamenti. Il tema è la creazione di un progetto che possa migliorare le condizioni locali o globali in esattamente un giorno di lavoro.

Gli strumenti necessari al progetto, come laptop e smartphone, devono essere portate dai partecipanti, a tutto il resto hanno pensato gli organizzatori: cibo, tanti premi e addirittura massaggi shiatsu.

Questa manifestazione è itinerante: 14 appuntamenti sono in giro per il mondo e i vari vincitori di questi potranno partecipare alla finale nella Silicon Valley, dove potranno vincere 100 000 dollari. In Italia si è tenuta presso H-Farm, a Roncade, al confine della provincia di Treviso. Visto che abito a meno di 50km e che non ero mai stato ad un evento simile prima, ho deciso di partecipare.

L’ho trovata un’esperienza fantastica. 24 ore di sviluppo non sono né poche, né tante. Mettono sicuramente alla prova, perché in questo tempo bisogna consecutivamente lavorare ad un progetto senza poter fare troppe soste e nei momenti di difficoltà lo sconforto può crescere notevolmente.

H-Farm è stato sicuramente un ambiente perfetto dove organizzare il tutto: è molto tranquillo, visto che è in mezzo al nulla, ma ciò non ha impedito anche a team stranieri di venire, tanto per dire c’era anche una squadra slovena… Il paesaggio agreste nasconde in realtà anche grande modernità e apertura alle idee e ha permesso un’ottima organizzazione. Il cibo era tanto e buono e non ci sono stati intoppi nello svolgimento, che è stato invece ben equilibrato.

Il merito va sicuramente anche allo staff di Braintree, che è stato molto cordiale e disponibile, a patto che gli si parlasse in inglese 😉 . Infatti quasi tutti erano venuti apposta per l’evento da altri stati, però questo non dovrebbe essere un problema per chi partecipa a queste manifestazioni… E a dire la verità c’era anche un responsabile di Paypal Italia e qualcuno dello staff capiva anche un po’ la nostra lingua. Molto buona è stata anche la loro scelta della musica che hanno scelto per accompagnarci, mi è piaciuta la quasi totalità, il che non è proprio facile!

Devo ringraziare inoltre i massaggiatori: sono stati divini. Se vi capita di poter farvi offrire un massaggio shiatsu non rifiutate, ne vale veramente la pena. Dopo averlo fatto mi sentivo rinato.

Alla fine dello scoccare delle 24 ore, e dopo il pranzo, c’è stata la presentazione degli elaborati, nonché la loro retribuzione. I premi erano molto golosi: non solo le asce e la partecipazione alla finale, ma anche il secondo premio, ovvero un Xbox One per ogni membro del team e tutti gli altri.

Purtroppo io ho vinto solo lo Spark Core per essere andato tra i primi 25 (sono arrivato un’ora prima apposta per vincerlo!), che prossimamente sarà un mio gran interesse di studio. Molti progetti meritavano delle ricompense e personalmente mi sento di dissentire sulla scelta del primo premio…

Se siete degli sviluppatori o dei designer un hackaton è sicuramente un’esperienza da provare e io già non vedo l’ora di partecipare ad un altro.

Mi dispiace di dover chiudere con una nota triste, ma a proposito dell’11 un pensiero va anche a Satoru Iwata, il settore videoludico ha sicuramente perso un grande.